Il decreto interministeriale n. 83473 del 01.08.2014 di concerto con la recente riforma degli ammortizzatori sociali ex D.l. 148/2015 prevedono la disciplina della Cassa Integrazione In deroga che interviene in quei casi non previsti dalla legislazione vigente allo scopo di forinre tutela ai lavoratori che altrimenti ne sarebbero privi .
Si tratta sostanzialmente di tue tipologie di aziende :
– quelle non destinatarie dei trattamenti di Cassa integrazione Ordinaria e/o straordinaria;
– aziende destinatarie di CIGO e CIGS che hanno superato i limiti di fruizione di tali strumenti ( ex art. 6 L. 164/75 e art. 1 L. 223/91 )
Tali aziende potranno ricorrere alla CIGD nei seguenti casi:
A) Situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabiliallâimprenditore o ai lavoratori;
b) situazioni aziendali determinate da situazioni temporanee di mercato;
c) crisi aziendali;
d) ristrutturazione o riorganizzazione aziendale.
Lavoratori beneficiari: AnzianitĂ aziendale
Il comma 1 dellâarticolo 2 del decreto interministeriale n.83473 del 01.08.2014 indica i requisiti soggettivi per accedere ai trattamenti di integrazione salariale in deroga.
In particolare, nel far riferimento ai lavoratori destinatari del trattamento, il suddetto decreto stabilisce che, per lâannualitĂ 2015, lâintegrazione salariale in deroga può essere concessa o prorogata ai lavoratori subordinati con la qualifica di operaio, impiegati e quadri, ivi compresi gli apprendisti e i lavoratori somministrati, subordinatamente al conseguimento di unâanzianitĂ lavorativa presso lâimpresa di almeno dodici mesi alla data di inizio del periodo di intervento.
Il decreto interministeriale n.83473 citato, detta una disciplina a carattere complementare rispetto a quanto previsto dallâart.1, comma 2, del D.Lgs n.148 del 2015, che, invece, stabilisce unâanzianitĂ lavorativa di 90 gg di lavoro effettivo dalla data di presentazione della domanda di concessione del trattamento di integrazione salariale.
Si conferma pertanto, che, salvo quanto previsto dal comma 1 dellâarticolo 6 del D.I. n. 83473 citato, il requisito soggettivo per accedere ai trattamenti di cassa integrazione in deroga è di dodici mesi di anzianitĂ dalla data di assunzione presso lâazienda che presenta la domanda, come previsto dal suddetto decreto.
 Contributo Addizionale
Lâarticolo 5 del D.Lgs n.148 del 2015 ha introdotto una nuova disciplina per il contributo addizionale a carico delle imprese che presentano domanda di integrazione salariale.
In particolare, viene prevista una misura progressiva per il contributo addizionale pari al 9% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, relativamente ai periodi di integrazione salariale ordinaria e straordinaria fruiti allâinterno di uno o piĂš interventi concessi sino ad un limite complessivo di 52 settimane in un quinquennio mobile; al 12% oltre al limite di 52 e sino a 104 settimane in un quinquennio mobile e del 15% oltre al limite di 104 settimane in un quinquennio mobile.
Considerando che, relativamente al contributo addizionale, il sopracitato decreto interministeriale nulla dispone e che, correlativamente, lâarticolo 46, comma 1, lett. l) del D.Lgs 148 del 2015 ha abrogato lâart.8, commi da 1 a 5, e 8 del D.L. 21 marzo 1988, n.86, convertito con modificazioni dalla legge 20 maggio 1988, n.160, tale nuova disciplina, introdotta da una fonte primaria, trova applicazione per tutte le tipologie di cassa integrazione, ivi compresa la cassa integrazione in deroga.
Termini presentazione della domanda
Per quanto attiene ai trattamenti di integrazione salariale in deroga, il comma 7 dellâarticolo 2 del D.I. n.83473 citato prevede che âLâazienda presenta, in via telematica, allâInps e alla Regione, la domanda di concessione o proroga del trattamento di integrazione salariale in deroga alla normativa vigente, corredata dallâaccordo, entro venti giorni dalla data in cui ha avuto inizio la sospensione o la riduzione dellâorario di lavoro. In caso di presentazione tardiva della domanda, il trattamento di CIG in deroga decorre dallâinizio della settimana anteriore alla data di presentazione della domandaâ.
Trattamento di Fine Rapporto
Per quanto riguarda il trattamento di integrazione salariale in deroga, e il rimborso delle quote di T.F.R. maturate durante il periodo âininterrottoâ di sospensione dal lavoro seguito dalla risoluzione del rapporto di lavoro stesso, si precisa che non può essere rimborsato dallâINPS. Infatti, lacondizione di sospensione dal lavoro per intervento della cassa integrazione guadagni in deroga non rientra in alcuna fattispecie normativa che ne preveda lâindennizzo, essendo la relativa prestazione finanziata da risorse di natura non contributiva.
Pertanto, anche nellâipotesi in cui sopravvenga la risoluzione del rapporto di lavoro, dopo un periodo di CIG in deroga fruito dal lavoratore senza soluzione di continuitĂ rispetto alla fine del periodo dâintervento di cassa integrazione salariale straordinaria, sono erogabili a carico della Cassa integrazione guadagni solo le quote di TFR maturate durante il periodo di intervento di integrazione salariale straordinaria.
Conseguentemente, la corresponsione delle quote di TFR maturate durante il periodo di intervento di integrazione salariale in deroga resta a carico del datore di lavoro.
Legge di StabilitĂ 2016
Il comma 304 dellâarticolo 1 della Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, recante â Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Statoâ (Legge di stabilitĂ per lâanno 2016), dispone un incremento, per lâanno 2016, di 250 milioni di euro per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, dettando, nel contempo, disposizioni per la concessione e/o la proroga del trattamento di integrazione salariale e di mobilitĂ in deroga, a decorrere dal 1 gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2016:
â il trattamento di integrazione salariale in deroga, fermo restando, quanto disposto dallâarticolo 2 del D.I. n.83473 del 1 agosto 2014, che disciplina le condizioni in presenza delle quali può essere concessa la CIG in deroga, può essere concesso o prorogato per un periodo non superiore a tre mesi nellâarco di un anno;
â il trattamento di mobilitĂ in deroga alla vigente normativa, a parziale rettifica di quanto stabilito dallâart.3, comma 5, del D.I. n.83473 del 1 agosto 2014, non può essere concesso ai lavoratori che alla data di decorrenza del trattamento abbiano giĂ beneficiato di prestazioni di mobilitĂ in deroga per almeno tre anni, anche non continuativi. Per i restanti lavoratori il trattamento può essere concesso per non piĂš di quattro mesi, non ulteriormente prorogabili, piĂš ulteriori due mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree di cui al T.U. approvato con D.P.R. n.218/1978. Per tali lavoratori il periodo concedibile, non può, comunque, eccedere il periodo di tre anni e quattro mesi.